La Gemma del Dono

Scultura in terracotta refrattaria e mosaico in vetro di murano.

L’opera, voluta dall’Avis di Toscanella di Dozza (Bo) per il 50° anniversario della sua fondazione, è stata donata alla cittadinanza dozzese e verrà installata in uno spazio pubblico del borgo storico.

Inaugurazione de La Gemma del dono: domenica 17 settembre 2023 cortile della Rocca di Dozza (Bo), Italia

Paolo Degli Angeli, curatore d’arte, ha presentato La Gemma del Dono attraverso una lettura approfondita durante le Celebrazioni Avis che si sono svolte presso la Sala Grande della Rocca di Dozza il 17 settembre 2023. L’inaugurazione dell’opera si è compiuta nell’ambito dei programmi della 29° Biennale del Muro Dipinto.

La Gemma del dono

“… Nell’altorilievo per AVIS, Roberta Luppi ci conduce per mano in un allegorico, magico paesaggio; ci accompagna in viaggio per valli e crinali, in un’orografia fatta da modellati convessi e concavi ora ripidi e impervi ora agevoli e dolci. Il contrasto fra la luce catturata dalle superfici scabre del refrattario e il riflettere sfavillante delle tessere vitree, scarlatte, che colmano a mosaico le superfici piane, genera copiosi rimandi della memoria ed evoca sensazioni profonde. La linea delicata, o decisa e dura, ma anche conturbante, sfrangiata ed erotica, dei profili contribuisce ad esprimere e a comprendere quei pensieri e quelle azioni che hanno dato luogo alla formazione dell’opera.

Osservando attentamente “La Gemma del dono” si evince la forte complessità in essa contenuta che l’artista risolve con perizia rendendo il manufatto lieve e unitario. La finezza degli attacchi studiati con precisione uno ad uno, la perfezione dei dettagli, che prende avvio dal disegno, rivelano la ricerca progettuale e teorica complessa che c’è alla base dell’alto rilievo.

Ideazione, disegno, modello, composizione finale e ancora forgiatura vera e propria dei vari elementi, l’azione del fuoco, il controllo dei ritiri e delle deformazioni, l’assemblaggio degli elementi e il loro ancoraggio, l’inserimento del simbolico rosso mosaico e il posizionamento in loco sono fasi evidenti di un fare che culmina nella compiutezza dell’opera e divengono sinonimo di una volontà caparbia, propria di chi fa dell’arte un motivo di vita.

Le mani, unica concessione al realismo, coi palmi rivolti verso l’alto, strumento degli strumenti, arto che ci ha dato la concreta possibilità di renderci uomini, gettano i semi per sovvertire aspetti negativi del presente e sembrano voler ricordare che oggi, nel tempo del virtuale dove tutto apparentemente si produce con un clic, è ancora necessario e urgente coltivare rapporti concreti e virtuosi con l’altro.

È Un vero e proprio percorso iniziatico nel quale la materia non è un involucro che copre la forma ma diviene essenza di un intenso valore plastico ed estetico. Luppi, in forte coerenza con la sostanza terra che costituisce il suo lavoro, modella forme organiche in connessione diretta e profonda con la natura e lascia in alcune piccole parti dell’opera che le tensioni interne a cui è stato sottoposto il materiale, punti di rottura, creste, spacchi, lacerti, vivano, rafforzando ulteriormente il legame fra ciò che è il prodotto del pensiero umano e ciò che si manifesta spontaneamente nel pianeta”.

Cesena, agosto 2023   

Paolo Degli Angeli